sabato 3 marzo 2018

LA FLUIDITA' DELLA RESPIRAZIONE PRIMARIA




Perchè dentro l'essere umano è dove Dio impara.”
R.M. Rilke, scrittore.

Lo sviluppo psico-fisico e la vitalità possono migliorare se ci poniamo nuove domande e se mettiamo in discussione le idee relative alle funzioni e la struttura del nostro organismo.
Cosa sperimenteremo se portiamo un'intima attenzione al movimento, al respiro ed alla fluidità che si esprime attraverso il Respiro Primario?

Nella Biodinamica craniosacrale si parla di un principio Biodinamico organizzativo: il Respiro della Vita, fenomeno che media l'intenzione creativa e che connette la forma con la sorgente originaria della sua creazione.
La vita, a un livello profondo, emerge dalla quiete, intesa non come assenza ma come spazio ricco di potenzialità, che possono più o meno manifestarsi (Quiete Dinamica).
Dalla Quiete Dinamica emerge il Respiro della Vita e da questa si manifesta la Respirazione Primaria: cicli ritmici di inspiro-espiro che guidano la formazione dell'essere umano.
La Respirazione Primaria si incarna nella fisiologia, è considerata il fondamentale principio ordinatore del sistema umano, che regola il mantenimento dell'equilibrio interno e della Salute.
Rachel Carson, biologa marina, ispiratrice di William Sutherland, maestro del Craniosacrale, paragona la nostra fisiologia a un ambiente oceanico portato all’interno.
Dei semplici organismi che immersi nell’ambiente nutriente dell’oceano erano giunti a sviluppare una complessa anatomia e fisiologia, si spostarono a un certo punto sulla terraferma dopo aver assorbito al loro interno quel liquido ambiente da cui erano circondati.

La caratteristica primaria di qualsiasi fluido 
è la sua abilità nel continuo trasformarsi.”
Emilie Conrad (fondatrice del Continuum Movement)

Anne Wales, Osteopata, in un suo libro di memorie ricorda come il dottor Sutherland descriveva lo scopo di un trattamento come «il moto di tutti i fluidi del corpo attraverso le loro interfacce”.
Il moto dei fluidi a livello cellulare fornisce nutrimenti e altre sostanze portatrici di informazione dentro e fuori le cellule. I prodotti di scarto sono portati alle loro destinazioni finali. Le molecole si muovono più rapidamente e più liberamente in un liquido o in un gas che in un mezzo solido, e così possono più liberamente comunicare.
Gli effetti fisici macroscopici di questo scambio di fluidi comprendono la stimolazione del flusso sanguigno, il drenaggio venoso e linfatico, la mobilità e il moto coordinato delle viscere, e la fluttuazione del liquido cerebrospinale. Sutherland non cita espressamente l’allineamento, l’ampiezza del campo del moto, il sollievo dal dolore e l’eliminazione di cicli di tormento fisico: sono tutti effetti benefici secondari di un sistema fluido funzionale.
Gerald Pollack, professore di bioingegneria all'Università di Washington, ci offre una teoria rivoluzionaria, sostenendo che esiste un quarto stato dell'acqua, una fase tra il solido e il liquido, che si comporta come un cristallo liquido.
Questo quarto stato si può trovare come strato sottile in prossimità di superfici poste a contatto con dell’acqua, ed è caratterizzato da una polarità elettromagnetica negativa che funge da motore per molti fenomeni visibili. Per due terzi l’acqua nel nostro corpo è contenuta all’interno delle cellule, ciò significa che è in stretto contatto con superfici microscopiche.
Questo significa che la gran parte dell’acqua nel nostro corpo è del quarto stato, quello liquido cristallino.
Nella Biodinamica Craniosacrale parliamo di “luce liquida” e di “corpo fluido”, e nella terapia Polarity si ripete spesso l’aforisma del dott. Randolph Stone, «l’acqua che scorre si auto-depura»…
Le implicazioni si estendono in tutte le direzioni, dall’intelligenza dell’acqua (Schauberger, Szent-Gorgi, Oschman, Emoto), ai campi morfogenetici (Sheldrake, Oschman), al campo della fascia (Ho, Schleip, Myers, Pischinger) e al “cambiamento olistico” (Sills, Kern, Shea).
Lo stato dell’acqua nel corpo è infatti vitale per una buona salute. Le cellule, il cervello e la fascia sono aree di particolare interesse, ma in verità non c’è parte del corpo che non sia composta e dipendente dall’acqua. La sua molecola, essendo la più piccola del nostro corpo, può attraversare ogni tessuto, ogni barriera.
Possiamo quindi considerarci un “unico” corpo con all’interno fiumi e correnti e movimenti a marea, che sono stati così fondanti per la pratica della biodinamica craniosacrale, fin dalle sue origini con il dott. Sutherland, e confermate poi nel campo dell’embriologia biodinamica dalla scoperta di movimenti fluidi intelligenti organizzati spazialmente, dall’embriologo tedesco Erich Blechschmidt. Se negli ultimi dieci anni la visione di strutture anatomiche quali cuore, fascia, cervello, embrione e sistema nervoso autonomo, è cambiata radicalmente, ciò che dichiara Pollack aggiunge una visione rivoluzionaria dell’acqua, che è alla base di ogni tessuto od organo.
Pollack enuncia quattro principi: 
L’acqua ha quattro stadi; 
L’acqua immagazzina energia; 
L’acqua assorbe energia dalla luce (specialmente dagli invisibili e sempre presenti raggi infrarossi); 
Come due cariche elettriche si possono attrarre, a causa di una sottile differenza di carica, così è tra lo stato liquido cristallino dell’acqua e lo stato di massa d’acqua fluida. 

Come l’acqua interagisca con i pensieri è un tema affascinante, ancora da esplorare.
Fino ad oggi Pollack ha dimostrato che l’acqua reagisce al suono e alla pressione. Se i pensieri in qualche maniera influenzassero la funzione e la forma del liquido cristallino, potrebbe esserci un ponte fisico misurabile per capire la forza del pensiero positivo, della visualizzazione, dell’empatia, della preghiera, del messaggio di Masaru Emoto, di certi effetti psicoterapeutici e di molti altri temi.
Nella biodinamica craniosacrale, l’intelligenza del corpo fluido è riconosciuta da tempo. Qualcuno suggerisce che quest’intelligenza è vecchia di milioni di anni. Un esempio è il lavoro di ricerca sul protoplasma di William Seifriz. E come lui dice alla fine del documentario: «Non penso sia un fluido intelligente, però fa delle cose intelligenti». 
Forse è giunto il momento di ridefinire il corpo umano come corpo fluido. 

Il movimento è ciò che siamo,
non qualcosa che facciamo”
Emilie Conrad (fondatrice del Continuum Movement)
 
Il nostro corpo è movimento che si è stabilizzato per adattarsi al campo elettromagnetico del  nostro pianeta”. Acqua in movimento che esiste sulla terra con tutte le sue proprietà transformative portate all’interno.
Attraverso la percezione intrinseca del movimento, possiamo contattare quella potenzialità che ne sta alla base, riconoscerne la profonda saggezza, l’espressione delle forze della Salute. 
Non occorre tenere a mente una sequenza arbitraria di mosse da eseguire: è più attraente scoprire le sfumature di ogni movenza In realtà il modo in cui ci muoviamo in profondità è molto più significativo e potenzialmente riequilibrante delle membra che muoviamo. 
Esse seguono il movimento dell'onda, sfruttano la diversità gravitazionale, lo spazio in toto. 
Seguono il respiro, il suono, la percezione. Questo tipo di movimento può essere importante nella stimolazione del Sistema Nervoso, per mantenere efficienti quelle strade neuronali, che proteggono da processi lesivi o involutivi, incluso l'invecchiamento.
Se l’attenzione è il perno del movimento, diventa la sorgente da cui scaturisce la potenza del nostro sistema. Perché in realtà il modo come ci muoviamo è molto più significativo e potenzialmente riequilibrante delle membra che muoviamo. Se la Biodinamica Craniosacrale adotta l’Intenzione della Marea come guida, perché le persone non potrebbero imparare a seguire l’intrinseco moto fluido dettato dal loro Meccanismo Respiratorio Primario, e usare questo senso per sostenere il proprio Benessere?

Tutti i movimenti cominciano
con un’inspirazione e un’espirazione”
Emile Conrad
(fondatrice del Continuum Movement)

Il moto fluido è la prima attività nell’embrione, che è composto quasi totalmente di acqua.
La forma comincia a svilupparsi quando questa funzione sta già operando. Quando diventa necessaria la presenza di un contenitore, la forma è stimolata a materializzarsi.
Il campo embriogenetico è lo stato primordiale della crescita potenziale. Nell’embrione esistono tessuti indifferenziati che si trasformano via via in tessuti specializzati secondo le esigenze dello sviluppo. I primi a presentarsi sono i neuroni motori, nervi responsabili per l’invio di impulsi ai muscoli. La fibra sensoria comincia a crescere soltanto dopo che la fibra motoria ha raggiunto il suo obiettivo. Il moto, che è indispensabile per il processo di crescita e organizzazione dei tessuti e del fluido, e la capacità neurologica di muoversi precedono la nascita della sensazione. 
Il movimento procura la comunicazione con il nucleo e stimola la tendenza creativa della vita. 
Il movimento fornisce alla matrice il potenziale per nuovi percorsi. I percorsi sensoriali si sviluppano nei canali precedentemente tracciati dal moto. Questo principio fisiologico si applica a chiunque in qualsiasi età. Dove c’è inerzia o scarsità di comunicazione neurale, se ci orientiamo prima alla motilità e successivamente alla mobilità, può verificarsi lo sviluppo di nuovi percorsi.
Tutti i fluidi del corpo, il sangue che circola, le maree del fluido cefalo-rachidano, la pompa del sistema linfatico, la rete della membrane o viscere del cervello, funzionano come un unico e fondamentale fiume ondulatorio.
Cambiare costantemente la nostra mobilità fluida è essenziale per la vita del corpo, il suo benessere e la  rigenerazione delle cellule.
Tutti i fluidi delle cellule del corpo, del nostro pianeta e del cosmo risuonano come un tutto intelligente.
Se ci rapportiamo a questo tutto attraverso il sistema dei fluidi del nostro corpo e sosteniamo il suo movimento ondulatorio, il nostro corpo risuona come fluido vitale totale... ci troviamo al nostro livello più creativo.

Tutta la vita avviene in movimento
Tutta la guarigione avviene nella quiete
Rollin Becker, Osteopata

E la Quiete è Dinamica: ricca di quelle potenzialità che permettono l'espressione della Respirazione Primaria.
Sostiene il Respiro ed il Movimento, con fluidità: dall'intimità dell'Essere alla vastità dell'Esistenza.



video: Dictyostelium – a cellular Slime Mold
video: Continuum Movement Demonstration by Elaine Colandrea

mercoledì 11 ottobre 2017

Namastè



Spesso mi domando cosa comporti il ruolo di conduttore nelle pratiche di consapevolezza.
Lo faccio soprattutto quando i partecipanti mi chiedono il motivo delle scomodità nel corpo, dei molti pensieri che attraversano la mente, degli stati d'animo che a volte arrivano inaspettati e creano stupore o disagio.
A volte io ed il partecipante indaghiamo assieme, talvolta scopriamo che sono sensazioni già conosciute che ritornano a galla, talaltre sono nuove esperienze vissute nel momento della pratica.
Queste domande mi inseguono, anche dopo anni di esperienze con la meditazione.
Perchè quando pratico non arriva un senso di pace totale?
Anch'io a volte percepisco tensioni nel corpo, mille pensieri ed emozioni... perchè?
Personalmente non ho trovato risposte, anzi quando mi arrivano barlumi di consapevolezza...ecco, quello è il momento in cui nascono nuove domande.
Fa parte del mio processo e in questo percorso la domanda mi aiuta a comprendere di essere vivo e che in ogni momento è possibile scoprirmi, sentirmi, riconoscermi un po' di più.
Meraviglia!
Ed in questo viaggio non sono solo e riconosco la preziosità dell'unicità di ognuno di noi. 
E ringrazio dal profondo del cuore.
Namastè

Imparare a fermare tutto il fare e passare alla modalità dell'essere, imparare a dedicare tempo a te stesso, a rallentare il ritmo e a nutrire in te calma e autoaccettazione, imparare a osservare l'attività della tua mente momento per momento, a osservare i tuoi pensieri e a lasciarli scorrere senza esserne coinvolto e imparare a creare spazio per nuovi modi di vedere vecchi problemi e per cogliere l'interconnessione di tutte le cose; questi sono alcuni degli insegnamenti della consapevolezza. Per rendere possibile questo tipo di apprendimento occorre solo che ti rilassi in momenti di puro e semplice “essere” e che coltivi la consapevolezza.
Più la pratica è sistematica e regolare, più la potenza della consapevolezza cresce in te e ti aiuta.
Il viaggio devi viverlo tu personalmente, coltivando la consapevolezza nella tua vita.
E, se ci pensi un momento, come potrebbe essere altrimenti? Chi potrebbe fare questo lavoro al posto tuo? Il tuo medico? I tuoi parenti o amici? Per quanto altri possano desiderare di aiutarti a raggiungere uno stato di maggiore salute e benessere, l'aiuto fondamentale può venire solo da te. Dopo tutto, nessuno può vivere la tua vita al posto tuo; e qualsiasi sia l'affetto che un'altra persona prova per te, esso non può e non deve sostituirsi al tuo prenderti cura di te stesso.
Da questo punto di vista coltivare la consapevolezza è proprio come mangiare.
Sarebbe assurdo pretendere che qualcun altro mangiasse al posto tuo, e quando vai al ristorante non ti sfami né sfogliando il menu né ascoltando il cameriere descrivere il cibo. Perchè il cibo ti nutra devi effettivamente mangiarlo.
Analogamente, per trarre beneficio dalla consapevolezza e capire perchè è tanto preziosa devi effettivamente praticarla.”
(Jon Kabat-Zin, medico statunitense, fondatore e direttore della Clinica per la riduzione dello Stress dell'Università del Massachussetts. Ideatore del protocollo Mindfulness)

lunedì 25 settembre 2017

 Entrare nella foresta senza muovere 
un filo d’erba,
entrare nell’acqua senza increspare 
la superficie, 
addestrare un cavallo senza usare 
la forza.
Anonimo Cinese 1000 d. C.




Immagina uno spazio in cui puoi conoscere le sensazioni del corpo, le percezioni della mente e gli stati emotivi del cuore...
 

Immagina di avere tempo a disposizione per praticare...

Immagina:
 

- di osservarti con curiosità e di poterti relazionare con il tuo Essere, nella più profonda intimità;
- di condividere con altre persone quello che stai vivendo in quel momento;
- di sentirti ascoltato senza alcun giudizio e di veder riconosciuta la tua Unicità.


Immagina che tutto questo aumenti la tua consapevolezza e che sostenga il valore della tua esistenza.
Puoi imparare ad accettare il dono della Vita che scorre dentro di te...
Ringraziala... e chiudi gli occhi, per qualche attimo...


Adesso lascia che gli occhi incontrino di nuovo la luce...
Come un fiore che sboccia, 
apriti al Respiro della Vita.

Qui, Ora.

 

sabato 17 giugno 2017

IL LAVORO SUL CORPO E' LAVORO DELL'ANIMA (?)

Se osiamo avventurarci lungo il ponte che dalla testa porta al corpo, potremo trovare la nostra anima nell’oscurità e potremo trovare le domande che la sollecitano, aprendo ogni cellula mentre la portiamo alla coscienza.”
Marion Woodman

Attraverso i mie sensi esploro e codifico il mondo attorno e dentro di me.
In base a questa rappresentazione, scelgo, più o meno coscientemente, di vivere le situazioni in uno dei tanti modi possibili che la natura mi permette.
Il mio modo di stare nel mondo, i diversi atteggiamenti che adotto, diventano un riferimento, un modello unico e personale che si manifesta nel corpo, nella mente e nello spirito.
A volte questi riferimenti si “fissano”, diventando dei veri e propri schemi, più o meno rigidi.
Si trasformano in un abito che indosso.
Le scoperte delle neuroscienze, lo sviluppo della psiconeuroendocrinoimmunologia e molte teorie psicologiche confermano che questi schemi si interfacciano alla persona in modo olistico, includendo l'aspetto corporeo, mentale e spirituale.
Non è più possibile pensare di circoscrivere dei comportamenti nel solo ambito fisico o mentale: tutto è connesso nella globalità dell'essere.
L'abito di cui sopra si trasforma in una vera e propria uniforme, la indosso spesso, mi ci identifico totalmente e la completo di accessori!
Se il mio comportamento è mediato dalla mia interpretazione delle sensazioni fisiche... come posso avere l'esperienza diretta dell'anima?
Provo a ritornare alle origini, alle sole sensazioni fisiche, a fidarmi dei miei sensi, a dar loro spazio e la possibilità di manifestarsi.
Mi assesto sul cuscino per una pratica di esplorazione, durante la quale esprimo a voce ciò che sento accadere dentro di me:

Chiudo gli occhi e l'attenzione si rivolge subito all'interno, in basso.
Avverto un senso di pesantezza della pancia e ne percepisco il gonfiarsi e lo sgonfiarsi in sincronia con il respiro che entra ed esce.
Comincio a sentire una leggera pressione sulla muscolatura dell'addome e stando in contatto con questa sensazione mi arriva anche il senso che in questo movimento sia coinvolto il plesso solare, la zona sotto lo sterno e le ultime costole, assieme allo stomaco.
Avverto qualche scatto dei muscoli intercostali a sinistra e un po' d'assestamento nelle viscere, ancora sulla sinistra.
Improvvisamente mi arriva la sensazione del tratto cervicale ed alto toracico, la mia attenzione per un attimo è lì.
Percepisco un senso di riallineamento di questa zona ed avverto un “andare” verso l'alto, fin sopra la testa.
Adesso sento le mani appoggiate sulle ginocchia e il senso di gonfiare e sgonfiare si sta aprendo a una globalità del corpo, non solo alla pancia, ma arriva anche alle spalle, alle braccia, alle mani. Cambia qualcosa anche nell'appoggio dei glutei sul cuscino, c'è un ulteriore assestamento verso il basso.
Il respiro si sta disorganizzando... l'attenzione per un attimo va allo sterno ed al plesso solare.
Ho l'immagine di un cratere, su un piano, con delle crepe, dei leggeri movimenti di attorcigliamento e piano piano arriva un senso di ammorbidimento del corpo nello spazio.
Qualcosa legato ad un potersi allargare nello spazio, con più facilità.
Arrivano momenti in cui percepisco un leggero intensificarsi del respiro, come se stessi camminando... invece sono fermo sul cuscino.
Nel dire questo, nell'osservarlo, mi arriva una sensazione di linea leggermente diagonale che dalla destra del mio corpo, sotto il costato, si sposta verso sinistra e un qualcosa che scende in quella direzione, continua a scendere, scendere ancora.
Adesso al centro dello stomaco, un po' spostato a sinistra, percepisco un calore, un piccolo punto di calore, come se fosse a spigoli, come un diamante, che nel movimento sprigiona calore attorno... o meglio è in contatto con il calore attorno.
Sento la tendenza a lasciar rallentare le parole, a lasciarmi cullare in questo senso di ammorbidimento con una minor attivazione della mente.
Ora è cambiata la sensazione delle mani, dei polsi, del contatto con le ginocchia...come se non le sentissi più e avessi la sola percezione della zona dove appoggiano le mani.
Mi arriva l'immagine del pane tedesco, il brezel, le trecce laterali sono le mani appoggiate sulle gambe, non c'è divisione, c'è una continuità.
Percepisco un movimento di torsione verso sinistra lungo l'asse mediano e la sento energetica, interna.
Adesso ho una percezione meno densa del mio corpo, con leggeri formicolii, che attraversano le braccia, in modo più intenso rispetto al resto del corpo.
La sensazione è che il corpo viene risucchiato verso il centro, in basso... ed ora lentamente sento salire verso l'alto nella parte centrale qualcosa di energetico che mi porta ad allungarmi, molto lentamente... poi scende nella parte centrale del corpo e giù giù fino a tornare a quel senso di scivolare al di sotto del bacino, sentirmi risucchiato in basso.
Arriva un ulteriore senso di rilassamento in cui non ho voglia di parlare anche se osservo che le cose da dire sono molte, che le sensazioni sono mutevoli, momento dopo momento.
Nel plesso solare qualcosa si è allentato ed il respiro è un po' più ampio, un poco più lento.
Comincio a sentire uno spazio di quiete intorno, mi arrivano i cinguettii degli uccelli da fuori, il rumore lontano del passaggio delle macchine sulla strada.
Mi torna il pensiero legato alla domanda iniziale: come riconosco la mia anima?
L'attenzione va nel plesso solare, sento che il cratere in questo momento si sta un po' stringendo, è più stretto.
Sento che si rilassa qualcosa nel corpo, c'è un lasciare andare ed è una sensazione non chiara, non percepisco una zona del corpo definita ma una densità, un respiro che si apre all'esterno.
E' un movimento energetico, quando va verso l'esterno è sospeso nello spazio intorno, c'è un senso di sostegno.
Sento questo respiro nella zona toracica, nelle spalle, nelle braccia, soprattutto nella parte posteriore, scapole, spalle, cervicali.
Arriva l'immagine di una bolla e una sensazione legata alla densità ovattata che inizia attorno le orecchie. Cambia qualcosa nell'aspetto acustico: i suoni arrivano con maggior chiarezza dall'esterno, c'è un minor brusio di fondo. Sento uno spazio vasto attorno, che mi sostiene.
Passano alcuni minuti e lentamente la mia attenzione si risveglia alla solidità del corpo, dolcemente mi muovo, mi stiracchio ed apro gli occhi.“

Dopo anni di pratica, dopo questi quaranta minuti, non ho una comprensione chiara da condividere sul rapporto tra corpo ed anima ma a volte mi capita di fare l'esperienza di unità, in cui il corpo cambia densità, la vita si manifesta in varie forme, con sfumature diverse e ancora lo spazio percettivo si apre a qualcosa di affascinante e misterioso.
Probabilmente è grazie a questi momenti che riconosco la profondità di alcuni scritti in cui mi sono imbattuto.
Li leggo e li sento scivolare dentro, come acqua e sciroppo, mi dissetano e mi riempiono.
E in quel riempire non c'è pienezza, non c'è pesantezza... se esiste una possibile comprensione forse sta in questa sensazione.

Sii paziente verso tutto quello che è irrisolto nel tuo cuore e… cerca di amare le domande per se stesse, come stanze chiuse a chiave, o libri scritti in una lingua sconosciuta. Non cercare le risposte, che non ti possono venire date perché non saresti in grado di viverle. E il punto è vivere tutto. Vivi le domande in questo momento. Forse a poco a poco, senza quasi notarlo, continuerai a vivere fino a ritrovarti, un giorno lontano, dentro le risposte.”
Rainer Maria Rilke

Là fuori, al di là delle idee di falso e giusto, c'è un vasto campo: come vorrei incontrarvi là. Quando colui che cerca, raggiunge quel campo, si stende e si rilassa: là non esiste credere o non credere.”
Gialal al-Din RUMI

"Sono convinto che la carne e il sangue siano più saggi dell'intelletto.
L'inconscio corporeo è la sorgente da cui sprizza la vita dentro di noi.
E’ ciò che fa sì che sappiamo di essere vivi, vivi nel profondo della nostra anima
e in contatto con le più remote regioni dove c’è vita."
D. H. Lawrence 

martedì 29 novembre 2016





Un Lama. 
La Meditazione.





La sua presenza nella sala emanava tranquillità e rilassamento. 
Mi sembrava di avere di fronte una statua viva e sorridente, ne percepivo la solidità del corpo e la leggerezza dello spirito, i suoi piccoli occhi brillavano vivi e si illuminavano quando incontravano altri sguardi.
“La meditazione è molto semplice” … e nella mia mente si accavallavano pensieri e opinioni
“Osservare la natura della nostra mente... quando la si è compresa ogni cosa svelerà la propria essenza, sarà tutto molto semplice perchè anche la mente ama rilassarsi, permettendoci di riconoscere la connessione con il tutto."
Come fare? Sedersi appoggiando bene i glutei e le gambe a terra, mantenere la schiena dritta con le spalle larghe, come se fossero ali di un'aquila, le braccia un po' discostate dal busto, con le mani che si racchiudono una sopra l'altra, al di sotto dell'ombelico, il dorso della mano destra appoggiata sul palmo della sinistra, con i pollici che si toccano, la testa leggermente reclinata in basso.
Gli occhi aperti.
Sì, gli occhi aperti... anche i miei, costantemente occupati dalle distrazioni del mondo esterno, dalle luci e mille schermi che la nostra società mette a disposizione.
In questo modo è più facile non addormentarsi, non cadere nel torpore.
Osservare lo spazio di fronte, osservare i pensieri che arrivano e si mescolano in quello spazio come si mescola l'acqua con il latte.
I pensieri prodotti dalla mente... ma la mente allora dov'è? Posso chiedermi che forma ha, che colori ha, che densità ha, posso esplorare.
Lì davanti c'è lo spazio e la mente, i suoi pensieri... ma se osservo bene non trovo la mente, trovo il vuoto. Per un attimo... poi prende il sopravvento il torpore e poco dopo altri pensieri giungono a ricordarmi che non sono un monaco, vivo in una società che mi stimola costantemente, non riesco a camminare come se avessi una lunga canna di bambù sulle spalle, guarderei ovunque e la farei sbattere a destra, sinistra, in alto, in basso... non riesco ad usare solo le parole strettamente necessarie, mi disperdo.
Ma la serenità (non la felicità, quella va bene per le citazioni ad effetto) sta anche in un attimo, la percepisco, a volte, quando son in uno spazio neutrale e in quel frammento di vita ci sta dentro tutto l'universo che respira con il mio cuore.

Sono grato al Lama che in qualche modo mi ha presentato la Vacuità, la “via di mezzo” come spazio dell'essere ed è talmente semplice da riconoscere perchè sta lì, alla portata della mia consapevolezza.

Sono grato ai miei insegnanti che mi offrono gli spunti necessari a incarnare la stessa sensazione grazie alle “inquiry”, tra cui: “Chi sono Io?”.

Sono grato ai miei colleghi che mi insegnano la compassione.

Sono grato alle persone che incontro, che mi permettono di domandare all'Esistenza: “Dove sta la Salute? Come posso cooperare per sostenerla?”.

Sono grato.



lunedì 30 giugno 2014

L'APPROCCIO ALLE LESIONI CRANIOSACRALI




 

Quando il dottor W. Sutherland, osteopata americano vissuto a cavallo tra il XIX° e il XX° secolo, intuì che le ossa del cranio potevano articolarsi tra loro, decise di verificarlo empiricamente. Iniziò osservando minuziosamente le suture dei crani fino a riuscire poi a dimostrare la mobilità delle ossa e l'eventuali lesioni che ne compromettevano il movimento. Realizzò dei caschi con cinghie di pelle, tiranti, in modo da poter stringere o allentare singole zone anatomiche del proprio cranio e verificarne le conseguenze, annotandosi ogni sensazione fisica ed emotiva. Una ricerca che andò avanti per tutta la sua vita e che presentò dopo trenta anni nell'ambiente osteopatico. Le sue intuizioni erano talmente all'avanguardia che dopo un primo periodo di scetticismo, diventarono oggetto di studio e si trasformarono in una vera e propria scuola: l'approccio craniosacrale.

Le lesioni di cui parlava Sutherland sono schemi di tensione che si imprimono nei tessuti e che possono derivare sia da traumi di varia origine così come per le conseguenze della nascita. Lo svolgimento del parto è uno degli avvenimenti più formativi della nostra vita: nel passaggio attraverso il bacino della madre, il neonato si trova a sopportare intense compressioni che spesso rimangono impresse e condizionano il movimento delle ossa, soprattutto nella zona di collegamento tra sfenoide ed occipite (chiamata sfenobasilare). Questi schemi si mantengono anche in età adulta, anzi nel corso degli anni condizionano tutto il corpo: è possibile immaginare come una minima torsione nella sfenobasilare venga poi compensata trasmettendo una torsione magari in direzione opposta in alcune vertebre toraciche o nel bacino. Quest'atteggiamento è possibile proprio per le innate capacità di riequilibrio dell'organismo, il quale trova un punto al di fuori del cranio dove poter bilanciarsi. Come quando, in piedi, spostiamo leggermente il capo ed il baricentro in avanti e per assestarci sentiamo in tensione i polpacci nella parte posteriore. Questi schemi di tensione non permettono un fluido movimento della sfenobasilare, così a lungo andare, possono provocare mal di testa, sbalzi d'umore, sinusiti, disturbi del condotto uditivo, disfunsioni nell'articolazione temporomandibolare, disturbi nel sistema endocrino, della vista. Tutto questo perchè una zona tra due ossa del cranio non è libera di muoversi  in modo naturale! Il motivo è semplice: il corpo è un tutt'uno, le singole parti sono in relazione tra di loro in modo diretto o indiretto. Pensiamo ad esempio alla ghiandola pituitaria o ipofisi che è appoggiata sullo sfenoide e che rilascia i suoi ormoni grazie al movimento dello sfenoide stesso che la culla (la zona su cui poggia si chiama proprio “sella turcica”). Se lo sfenoide presenta uno schema di tensione che ne ostacola il movimento, l'ipofisi non potrà svolgere il proprio lavoro nelle condizioni ottimali. Pensiamo ancora allo sfenoide, attraverso il quale passano diversi nervi cranici: se immaginiamo che ci sia una leggera torsione possiamo supporre che quei nervi che son posizionati nel lato in cui la torsione è accentuata abbiano meno spazio, addirittura delle restrizioni che possano ostacolarne la funzionalità (se fosse il nervo oculomotore potrebbe presentarsi uno strabismo). Per chi soffre di mal di testa, spesso, può esserci la sensazione di sentire una zona, un punto in cui c'è compressione, una pulsione, una rigidità...e qual'è il desiderio della persona in quel momento? Che il mal di testa passi, magari che la zona cominci ad ammorbidirsi, a respirare, ad essere più luminosa, ecc...

Spesso questa è la sensazione che si prova quando viene trattato uno schema di tensione con l'approccio craniosacrale, quando avviene un riequilibrio e la zona ha modo di esprimersi più naturalmente.

mercoledì 9 ottobre 2013

INCONTRI DI
BENESSERE PSICOFISICO
PER GESTANTI
Tecniche di consapevolezza psicosomatica per la salute del corpo e della mente
Progetto “BENESSERE GLOBALE” per la promozione del benessere personale, promosso dall’Istituto di Psicosomatica PNEI dell’associazione aps Villaggio Globale e accettato e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.


Ogni sabato dalle ore 10:00 alle 12:00

Presso: SPAZIO OLISTICO HON-SHA-ZE-SHO-NEN
via Pesciatina, 789 LAPPATO – Capannori (LU) 

 
Negli incontri di Benessere Psicofisico per Gestanti si sperimentano tecniche dolci di energetica, respirazione e meditazione utili per sostenere la Salute durante la gravidanza. Numerose ricerche scientifiche confermano l’efficacia di queste tecniche anche nella cura dello stress, dell’ansia e della depressione, che creano tensione nervosa e muscolare e riducono la piacevolezza del vivere quotidiano. Negli Incontri di Benessere Psicofisico si attinge alle nostre risorse positive, la mente si libera e il corpo si rilassa permettendo così di vivere piacevolmente la gravidanza e aumentando la consapevolezza dell’essere madre.
 
Il laboratorio sarà condotto da: STEFANO BOCCI - Operatore Olistico S.I.C.O.OL. specializzato in psicosomatica e sviluppo del potenziale umano.

Per informazioni contattare tramite mail boccistefano@tin.it o tel. 342 0906599